28 Mar TuttoTonda è un olio del Presidio Slow Food: ecco perché
La Tonda del Presidio. Suona bene! Da oggi infatti le bottiglie di TuttoTonda che acquisterete sull’ecommerce avranno al collo l’etichetta narrante voluta da Slow Food. Sono appena 300 litri – gli ultimi – che abbiamo fatto solo dai nostri uliveti secolari di Buccheri, quelli arroccati sulle terrazze che guardano i canyon dei Monti Iblei. Nell’etichetta narrante – un cartellino con 4 facciate – troverete i luoghi di produzione, il momento della raccolta, i dettagli della coltivazione. Una specie di carta d’identità del nostro olio.
Francesco Sottile, professore all’Università di Palermo e consigliere nazionale di Slow Food, è venuto a visitare i nostri terreni l’anno scorso per certificare che rispondessero al disciplinare che tutela gli uliveti secolari e tradizionali italiani, i meno redditizi e per questo esposti all’abbandono delle campagne. Dopo la campagna di raccolta un campione dell’olio viene mandato a un panel nazionale che lo approva o lo respinge. In modo da garantire al consumatore due cose: tutela del territorio e qualità dell’olio.
Leggi qui l’intervista a Francesco Sottile
È la prima certificazione che sposiamo con gioia. Finora avevamo – per scelta – evitato quella valanga di sigle e bollini che certifica sul mercato la nostra ignoranza da consumatori. Non sappiamo da dove viene quest’olio? Vabbè c’è scritto Dop, sarà buono di sicuro. Come lo produrranno quest’altro? E chi lo sa, però c’è un bollino bio, sarà di sicuro una coltivazione pulita. Di sicuro il bollino semplifica la vita. Ma siamo sicuri che informarsi su quello che mangiamo sia una perdita di tempo?
Ludwig Feuerbach era un filosofo tedesco esponente della sinistra hegeliana. Chi ama gli aforismi avrà di sicuro letto il suo “L’uomo è ciò che mangia”. Che poi non era un aforisma ma il titolo di un suo scritto del 1862 dove spiegava il collegamento tra psiche e corpo, giungendo alla conclusione che per pensare meglio bisogna alimentarsi meglio. Pochi anni prima era uscito un trattato di Jacob Moleschott dove l’alimentazione diventava base della cultura umana: un popolo poteva migliorarsi solo se migliorava la proprio alimentazione. E Feuerbach aveva recensito positivamente lo scritto. Altri tempi, dove bastava una carestia per provocare stragi nelle campagne. Altri tempi? Certo. Eppure le forzature dell’industria alimentare ci hanno spinto fuori dal sentiero dell’informazione. Non dobbiamo sapere come e dove si produce il nostro cibo. Eppure “l’uomo è ciò che mangia”. Nel 1862 come oggi. Così per venire in soccorso alla nostra pigrizia è arrivata l’ABC: l’Alta Burocrazia delle Certificazioni. Non c’è bisogno che vi affannate a informarvi, ci siamo noi. Ma la burocrazia – seppure alta – ha un difetto: parte bene ma a un certo punto lavora solo per assicurarsi la sopravvivenza. Così per evitare di finire in questi circuiti di carta abbiamo rinunciato ai magici bollini.
Fino all’arrivo del Presidio. Perché è diverso? Perché non vuole certificare ma spiegare. Quello che non fanno le vere etichette – strette tra le lobby dell’industria che meno spiegano e meglio stanno e la debolezza degli artigiani – lo fa l’etichetta narrante. Non arriviamo a dire – come fa Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food – che dobbiamo diventare tutti co-produttori, ma bastano pochi istanti di lettura e avrete tutte le informazioni fondamentali. Se poi c’è qualcosa che non capite o non vi convince scriveteci. Ci siamo noi pronti a spiegarvi.